Enrico Mazzaroni

È una storia di resilienza quella di Enrico Mazzaroni, chef del ristorante Il Tiglio di Montemonaco. Classe 1970, si laurea in giurisprudenza a 29 anni. Dopo aver conseguito il dottorato a Bologna, per motivi personali ritorna nella sua terra e qui decide di ristrutturare e riavviare la trattoria di famiglia per inseguire un sogno: diventare chef, ma a modo suo, studiando piatti e tecniche di tanti maestri per elaborare una cucina tutta sua piena di creatività e di piacevoli eccessi, proprio come nelle tele di ogni grande artista. Il suo ristorante è simbolo di rinascita, il suo pensiero si è evoluto attraverso tanti avvenimenti dirompenti: dal crollo del ristorante con il terremoto del 2016 alla sua parentesi al mare di Porto Recanati fino al rientro consapevole nella sua amata montagna.

A Novembre 2022 il suo ristorante conquista la Stella MICHELIN 2023, diventando il primo a far pare della Guida MICHELIN nella provincia di Ascoli Piceno. Un riconoscimento meritato (e riconfermato nel 2024) frutto di impegno e passione, un definitivo coronamento di una cucina tesa verso la genesi, capace di portare sulla tavola, nel rispetto del territorio e delle stagioni, piatti nuovi ed eleganti che suggellano un propizio percorso nella cucina d’autore.

La cucina di Enrico Mazzaroni, negli anni, ha assunto un’impronta precisa, al punto da diventare riconoscibile, patognomonica, solo sua. L’innata curiosità che caratterizza lo Chef e il suo legame con il territorio dei Monti Sibillini sono elementi cruciali rintracciabili nel menu attuale: una cucina che punta alle origini, che si interessa della funzione delle materie prime, del loro contesto, dell’humus da cui provengono. E’, in questa accezione, una cucina primitiva, ctonia: introflessa, votata all’utilizzo degli scarti, delle parti meno nobili, incline a chiedersi il perché delle cose, apparentemente povera, scarna, essenziale, ma allo stesso tempo incredibilmente generativa, capace di creare piccoli ma ricchissimi universi a partire da quei resti, da quelle interiora. Le asperità convergono, le differenze uniscono, e il risultato è aggraziato, gentile, nuovo. La cucina del Tiglio di Montemonaco è così vicina alla terra, umile e franca, da sapersi elevare senza forzature, al di là di ogni moda: è l’ordine che sorge dal caos, la rinascita oltre la cenere, l’origine del mondo che si rinnova dal sacro poco.

Marco L. Muratori.